(A cura di Massimo Mattei, Università Roma Tre)
INTRODUZIONE
La relazione tra geologia e vino è affascinante e fondamentale per comprendere la qualità e il carattere dei vini. Il suolo, la composizione mineralogica, la topografia e il clima di una regione influenzano profondamente la viticoltura. Le diverse tipologie di substrato e la diversa natura del suolo determinano la capacità di drenaggio e la disponibilità di nutrienti, influenzando la crescita delle viti e le caratteristiche delle uve. Inoltre, la geologia di un'area contribuisce a definire i microclimi, creando condizioni uniche per la maturazione delle uve. Questa interazione tra terra e vino non solo arricchisce il palato, ma racconta anche la storia e l'identità di un territorio.
La geologia d'Italia è molto variegata e complessa, grazie alla sua posizione tra le placche tettoniche africana ed eurasiatica. Questo ha portato alla formazione di diverse strutture geologiche, come le Alpi a nord, che sono composte principalmente da rocce metamorfiche e sedimentarie, e gli Appennini, una catena montuosa che si estende lungo la penisola.
In Italia centrale e meridionale si trovano anche estese zone vulcaniche, come quelle della fascia tirrenica, del Vesuvio e dell'Etna, i cui prodotti hanno avuto un ruolo importante nella formazione di suoli particolarmente ricchi di minerali. Le pianure, come quella padana, sono per lo più composte da sedimenti fluviali e alluvionali.
Questa diversità geologica influisce anche sulla viticoltura, contribuendo a creare una vasta gamma di terroir che danno vita a molti dei celebri vini italiani e che sono alla base della grande varietà nella produzione di qualità che vede la presenza in Italia di oltre 300 vini a denominazione di origine controllata (DOC) e circa 75 a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG).
Nella presente esposizione verranno descritti a titolo esemplificativo tre vini provenienti da substrati geologici estremamente diversi, che ne caratterizzano e ne definiscono il terroir.
L’ Aglianico del Vulture
L'Aglianico del Vulture è un vino tipico della Basilicata ed è caratterizzato da un terroir unico. Le viti crescono su terreni vulcanici, derivanti dall'attività del Monte Vulture, un vulcano che è stato attivo tra 700.000 e 300.000 anni fa. Nell’area del Vulture i vigneti ricoprono le pendici meridionali e sud-orientali del rilievo. Le migliori zone per la coltivazione sono i rilievi posti ad altitudini di 400-600 m dove i vigneti poggiano su suoli vulcanici piroclastici (depositi di frammenti solidi emessi dai vulcani durante un’eruzione esplosiva); più a est, nella stessa DOC, la viticoltura è diffusa anche su colline dove affiorano rocce sedimentarie, principalmente sabbie e conglomerati (tra Lavello e Genzano di Lucania). Questi suoli sono ricchi di minerali che contengono elementi, come potassio e ferro, che influenzano il sapore e la struttura del vino.
La presenza di terreni granulari contribuisce al buon drenaggio del suolo, mentre il clima, con escursioni termiche significative, favorisce la maturazione delle uve, dando vita a vini complessi e aromatici. Le caratteristiche geologiche del Vulture sono quindi fondamentali per l'espressione del varietale Aglianico, rendendolo un vino di grande pregio e carattere.
Barbera D’Asti
Il Barbera d'Asti è un vino rosso tipico dell’area delle Langhe, nel cuore del Piemonte, prodotto da uve provenienti per almeno il 90% dal vitigno Barbera. La zona di produzione del Barbera d'Asti è caratterizzata da un paesaggio collinare mentre il substrato è costituito principalmente da rocce sedimentarie quali marne, argille e calcari, elementi geologici che contribuiscono alla qualità delle uve. La morfologia collinare dell’area di produzione determina la presenza di microclimi favorevoli, con una buona esposizione al sole e una significativa escursione termica tra giorno e notte. Queste condizioni climatiche, unite alla varietà dei suoli, rendono il Barbera d'Asti un vino espressivo e ricco, in grado di riflettere perfettamente il terroir unico del Piemonte.
Il Cesanese DOC
L’area di produzione del vino Cesanese DOC si trova tra la provincia di Roma e di Frosinone, ed è costituita da due aree a DOC, di “Affile” e di “Olèvano Romano”, e una DOCG, denominata del Piglio. I vitigni impiegati sono il Cesanese comune e il Cesanese d’Affile (un clone locale derivato dal precedente). Il vino Cesanese è caratterizzato da un colore rosso rubino, il suo sapore è leggermente tannico, con una prevalente attitudine all'invecchiamento rapido.
In quest’area, dove affiorano i depositi vulcanici piroclastici del Pleistocene medio, provenienti dall’apparato vulcanico dei Colli Albani, le forme del paesaggio sono più dolci rispetto alle forme legate all’affioramento dei litotipi arenacei; se dunque sui suoli vulcanici è diffusa la viticoltura su quelli arenacei è diffusa l’olivicoltura (altra importante eccellenza della zona). L’area di produzione del vino Cesanese è esposta prevalentemente a S e W, protetta dalla catena appenninica dai venti freddi che soffiano da E e NE, ed è caratterizzata da un clima temperato medio, mai nebbioso, con rare gelate primaverili.
Se in passato la coltivazione della vite e la vinificazione del Cesanese erano svolte da piccole aziende che producevano vino per un uso locale o per le trattorie di Roma, negli ultimi anni la qualità della produzione di vino è cresciuta notevolmente, dimostrata da diversi riconoscimenti a livello nazionale.
Vigneto nell’area di produzione del Cesanese DOC @Andrea Bollati
Il Vermentino di Gallura DOCG
Il Vermentino di Gallura è vino bianco, dal colore giallo paglierino, spesso con riflessi verdognoli, prodotto esclusivamente nella regione della Gallura, nel nord-est della Sardegna. Questo territorio presenta un ambiente ideale per la viticoltura, grazie a un clima mediterraneo con estati calde e secche e inverni miti, insieme a suoli granitici ricchi di minerali. I suoli offrono una buona drenabilità, permettendo alle radici delle viti di penetrare in profondità alla ricerca di nutrienti e acqua. Questa interazione con il suolo è fondamentale, poiché la mineralità che si sviluppa contribuisce a conferire al Vermentino una freschezza distintiva e una nota salina, che lo rendono particolarmente apprezzato. Inoltre, le vigne sono situate su colline a diverse altitudini, comprese tra 100 e 600 m, il che crea un’ottima escursione termica tra il giorno e la notte. Durante il giorno, il calore del sole favorisce la maturazione delle uve, mentre le temperature più fresche notturne aiutano a preservare gli acidi e gli aromi, elementi essenziali per la freschezza del vino. Questa ventilazione naturale, che riduce l'umidità e il rischio di malattie, contribuisce a garantire vendemmie sane e di alta qualità.
Vermentino di Gallura
BIBLIOGRAFIA
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SITOGRAFIA
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https://ingvambiente.com/2024/01/30/geologia-e-vino-sud-italia-e-isole/
https://ingvambiente.com/2023/12/07/la-geologia-in-un-calice-di-vino-il-nord-italia/